Autori
Tomaso Binga
- Bianca Pucciarelli Menna inizia la sua attività nel 1971 quando assume un nome maschile per porre l’accento ironicamente sui privilegi degli uomini nel mondo dell’arte. Il suo lavoro si concentra sulla scrittura verbo visiva ed è tra le figure di maggior rilievo della poesia fonetico-sonora-performativa. La ricerca sull’oralità, iniziata negli anni Settanta come supporto poetico alle installazioni ambientali, acquista una dimensione autonoma e diventa lo strumento per lavorare sui valori ritmici della parola. Un’azione con la quale integra la dimensione visiva con quella sonora e gestuale, fatta di denuncia e dissacrazione, nonsense e luoghi comuni, azzeramento e dissezione della parola. La dimensione fonetica e sonora emerge anche nelle due opere presenti in catalogo, Canali musicali del 1992 e Parole gridate del 1996. Vive e lavora a Roma, dove dirige dal 1974 il Centro Culturale “Lavatoio Contumaciale”. Curatrice e organizzatrice di eventi artistici e culturali, è stata docente di Teoria e Metodo dei Mass Media presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone e ha al suo attivo numerose mostre nazionali e internazionali. Ha partecipato alle Biennali di Venezia del 1979 e del 2001. Nel 1981 è stata inserita nella XVI Biennale di San Paolo del Brasile e nel 1986 nella XI Quadriennale di Roma. Nel 2005 il MLAC dell’Università Sapienza di Roma le ha dedicato l’antologica Autoritratto di un matrimonio e nel 2006 ha realizzato presso la Fondazione Klemm di Buenos Aires la mostra-performance La poesia verbo visiva in Italia. È presente in numerose riviste e libri d’arte.
Tomaso Binga
- Bianca Pucciarelli Menna inizia la sua attività nel 1971 quando assume un nome maschile per porre l’accento ironicamente sui privilegi degli uomini nel mondo dell’arte. Il suo lavoro si concentra sulla scrittura verbo visiva ed è tra le figure di maggior rilievo della poesia fonetico-sonora-performativa. La ricerca sull’oralità, iniziata negli anni Settanta come supporto poetico alle installazioni ambientali, acquista una dimensione autonoma e diventa lo strumento per lavorare sui valori ritmici della parola. Un’azione con la quale integra la dimensione visiva con quella sonora e gestuale, fatta di denuncia e dissacrazione, nonsense e luoghi comuni, azzeramento e dissezione della parola. La dimensione fonetica e sonora emerge anche nelle due opere presenti in catalogo, Canali musicali del 1992 e Parole gridate del 1996. Vive e lavora a Roma, dove dirige dal 1974 il Centro Culturale “Lavatoio Contumaciale”. Curatrice e organizzatrice di eventi artistici e culturali, è stata docente di Teoria e Metodo dei Mass Media presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone e ha al suo attivo numerose mostre nazionali e internazionali. Ha partecipato alle Biennali di Venezia del 1979 e del 2001. Nel 1981 è stata inserita nella XVI Biennale di San Paolo del Brasile e nel 1986 nella XI Quadriennale di Roma. Nel 2005 il MLAC dell’Università Sapienza di Roma le ha dedicato l’antologica Autoritratto di un matrimonio e nel 2006 ha realizzato presso la Fondazione Klemm di Buenos Aires la mostra-performance La poesia verbo visiva in Italia. È presente in numerose riviste e libri d’arte.