Autori
Mirella Bentivoglio
- È una delle protagoniste femminili dell’arte italiana del Novecento. Autrice di poesie in italiano e inglese per Scheiwiller e Vallecchi, ha sperimentato con assoluta libertà la pratica della Poesia Concreta, della Poesia Visiva e della Scrittura Visuale fino ad approdare a una personale poesia-oggetto. Difficilmente circoscrivibile in categorie, ha sviluppato un itinerario complesso che va dalle performance, agli eventi di poesia-azione, alla poesia environment alle grandi installazioni pubbliche, componendo un percorso in cui la dimensione artistica si è fusa con l’attività estetica di critico d’arte. Renato Barilli pone l’accento sul fatto che il traguardo cui la sua pratica aspira è quello della parola-simbolo, esplorazione profonda di codici e relazioni latenti negli oggetti, alla ricerca di una complessità di linguaggio che connota l’opera tra il “concreto” e il “visivo” nella dimensione costante del simbolico. Nel museo tra le molte opere donate da lei ci sono anche sue opere esposte come: L’assente (1979) che si colloca all’interno del suo personale universo di segni alfabetici, archetipi complessi tra i quali la lettera “O” diventa protagonista di tanti lavori. Negli anni Novanta la sua produzione si è dilatata trasformandosi in grandi interventi sul territorio come il Libro Campo di zolle nella campagna laziale, le Facce Murate del lungofiume di Praga, il progetto per la ristrutturazione di Piazza Augusto Imperatore a Roma, le installazioni di Matera, S. Paolo del Brasile, e del MACRO di Roma. Al suo attivo un numero infinito di mostre, cataloghi e pubblicazioni; le sue opere si trovano nelle collezioni permanenti dei musei italiani e internazionali (MACRO, Roma; Museo di Ca’ Pesaro, Venezia; MoMa, New York; MAC, S. Paolo del Brasile, National Museum of Woman in the Arts, Washington). È una dei critici e teorici più noti del settore verbo-visivo, ha curato rassegne e mostre collettive per le Biennali di Venezia e San Paolo del Brasile e per il Museo Pecci di Prato. È autrice di monografie e saggi dedicati allo studio della parola visiva dal Futurismo a oggi.
Mirella Bentivoglio
- È una delle protagoniste femminili dell’arte italiana del Novecento. Autrice di poesie in italiano e inglese per Scheiwiller e Vallecchi, ha sperimentato con assoluta libertà la pratica della Poesia Concreta, della Poesia Visiva e della Scrittura Visuale fino ad approdare a una personale poesia-oggetto. Difficilmente circoscrivibile in categorie, ha sviluppato un itinerario complesso che va dalle performance, agli eventi di poesia-azione, alla poesia environment alle grandi installazioni pubbliche, componendo un percorso in cui la dimensione artistica si è fusa con l’attività estetica di critico d’arte. Renato Barilli pone l’accento sul fatto che il traguardo cui la sua pratica aspira è quello della parola-simbolo, esplorazione profonda di codici e relazioni latenti negli oggetti, alla ricerca di una complessità di linguaggio che connota l’opera tra il “concreto” e il “visivo” nella dimensione costante del simbolico. Nel museo tra le molte opere donate da lei ci sono anche sue opere esposte come: L’assente (1979) che si colloca all’interno del suo personale universo di segni alfabetici, archetipi complessi tra i quali la lettera “O” diventa protagonista di tanti lavori. Negli anni Novanta la sua produzione si è dilatata trasformandosi in grandi interventi sul territorio come il Libro Campo di zolle nella campagna laziale, le Facce Murate del lungofiume di Praga, il progetto per la ristrutturazione di Piazza Augusto Imperatore a Roma, le installazioni di Matera, S. Paolo del Brasile, e del MACRO di Roma. Al suo attivo un numero infinito di mostre, cataloghi e pubblicazioni; le sue opere si trovano nelle collezioni permanenti dei musei italiani e internazionali (MACRO, Roma; Museo di Ca’ Pesaro, Venezia; MoMa, New York; MAC, S. Paolo del Brasile, National Museum of Woman in the Arts, Washington). È una dei critici e teorici più noti del settore verbo-visivo, ha curato rassegne e mostre collettive per le Biennali di Venezia e San Paolo del Brasile e per il Museo Pecci di Prato. È autrice di monografie e saggi dedicati allo studio della parola visiva dal Futurismo a oggi.
Mirella Bentivoglio
- È una delle protagoniste femminili dell’arte italiana del Novecento. Autrice di poesie in italiano e inglese per Scheiwiller e Vallecchi, ha sperimentato con assoluta libertà la pratica della Poesia Concreta, della Poesia Visiva e della Scrittura Visuale fino ad approdare a una personale poesia-oggetto. Difficilmente circoscrivibile in categorie, ha sviluppato un itinerario complesso che va dalle performance, agli eventi di poesia-azione, alla poesia environment alle grandi installazioni pubbliche, componendo un percorso in cui la dimensione artistica si è fusa con l’attività estetica di critico d’arte. Renato Barilli pone l’accento sul fatto che il traguardo cui la sua pratica aspira è quello della parola-simbolo, esplorazione profonda di codici e relazioni latenti negli oggetti, alla ricerca di una complessità di linguaggio che connota l’opera tra il “concreto” e il “visivo” nella dimensione costante del simbolico. Nel museo tra le molte opere donate da lei ci sono anche sue opere esposte come: L’assente (1979) che si colloca all’interno del suo personale universo di segni alfabetici, archetipi complessi tra i quali la lettera “O” diventa protagonista di tanti lavori. Negli anni Novanta la sua produzione si è dilatata trasformandosi in grandi interventi sul territorio come il Libro Campo di zolle nella campagna laziale, le Facce Murate del lungofiume di Praga, il progetto per la ristrutturazione di Piazza Augusto Imperatore a Roma, le installazioni di Matera, S. Paolo del Brasile, e del MACRO di Roma. Al suo attivo un numero infinito di mostre, cataloghi e pubblicazioni; le sue opere si trovano nelle collezioni permanenti dei musei italiani e internazionali (MACRO, Roma; Museo di Ca’ Pesaro, Venezia; MoMa, New York; MAC, S. Paolo del Brasile, National Museum of Woman in the Arts, Washington). È una dei critici e teorici più noti del settore verbo-visivo, ha curato rassegne e mostre collettive per le Biennali di Venezia e San Paolo del Brasile e per il Museo Pecci di Prato. È autrice di monografie e saggi dedicati allo studio della parola visiva dal Futurismo a oggi.