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Autori

Martina Oberto

Si affaccia sulla scena genovese con i primi saggi filosofici e letterari pubblicati su fogli politici giovanili e il suo impegno si divide equamente tra filosofia, pittura e indagine letteraria. Decisivo è l’incontro all’inizio degli anni Cinquanta con il Tractatus logico-philosophicus di Wittgenstein e nel 1955 conia il termine ana, nato dall’interconnessione della preposizione greca an, con l’a privativa e la vocale alfa intensiva, sotto la cui sigla porrà tutta la sua produzione: Anaphilosophia (in mostra Anafilosofare è difficile ma nonfilosofare è ancora più difficile del 2005), Ana art (arte scritta) Anartattack (immagine della scrittura). Stretti i legami con autori come Joyce, Pound, Cummings e con gli studi di linguistica, di logica formale e di filosofia Zen. Si accosta allo Spazialismo di Fontana e alla musica di Cage e fa propri alcuni aspetti gestuali perché – come lui stesso afferma – «nella scrittura c’è tutto: il fatto espressivo, il fatto semantico, il fatto pittorico». Oberto, che si firma OM, punta soprattutto a leggere, secondo Sandro Ricaldone, «le segnature di tutte le cose attraverso segni colorati portati al limite del diafano». In collaborazione con Anna Oberto e Gabriele Stocchi pubblica la rivista Ana Etcetera e si afferma come restauratore di celebri dipinti. Maestro storico del linguaggio verbo-visivo partecipa alle mostre autogestite di Poesia visiva, inaugura il Mercato del Sale di Milano con le personali del 1974 e collabora con l’Archivio di Nuova Scrittura (ANS) presso il MART di Rovereto. Tra le numerose mostre nazionali e internazionali si ricordano: Italian Visual Poetry, 1912-1972, New York 1973; Scrittura Visuale in Italia, 1912-1972, Galleria Civica d’Arte Moderna, Torino 1973; Parole e Immagini, Milano 1979; Mentite Italiane, l’Art en Italie depuis 1959, Centre Pompidou, Parigi 1981; B 45 Parabèlia, Biennale d’Arte di Venezia 1993 e più recentemente Tracce dell’Immaginario, Genova 2005; Afilosofia Afilosofism, Livorno 2006.

Opere dell'autore

Anafilosofare e difficile ma non filosofare è ancora più difficile

Martina Oberto
2005