Autori
Franco Vaccari
- Si laurea in Fisica presso il Politecnico di Milano, dove, dal 2004, è docente di Arti visive nella Facoltà di Architettura. La sua prima produzione, dal 1965 al 1971, comprende numerose pubblicazioni di poesia visiva, tra cui Le tracce, poesia trovata (1966), documentazione fotografica sui graffiti, intesi come espressione immediata di desideri e di rivolta. Dalla fine degli anni ’60 Vaccari fa della fotografia lo strumento pratico e teorico della sua ricerca che si colloca in un “realismo concettuale”. Nelle sue esposizioni/azioni, che definisce Esposizioni in tempo reale, l’artista pone in atto un rituale espositivo del tutto nuovo, progettando un’opera allo stato potenziale in cui il coinvolgimento dei fruitori contribuisce a determinarne il significato dell’oggetto artistico. Nell’azione/evento Esposizione in tempo reale n. 4 - Lascia una traccia fotografica del tuo passaggio, alla Biennale di Venezia del 1972, Vaccari sperimenta una formula che definisce inconscio tecnologico, spostando l’accento sulla macchina a cui attribuisce un’obiettività indipendente dalla volontà dell’autore: in tal modo si accresce l’effetto realtà e la fotografia si configura come «frammento di un’esperienza», «traccia di un accadimento». Alla pratica artistica l’autore ha sempre accompagnato la riflessione teorica, pubblicando, fra l’altro, Duchamp e l’occultamento del lavoro (1978) e Fotografia e inconscio tecnologico (1979). La sua poetica prosegue tra Comportamento e Narrative Art, con uno uso minimale della fotografia, affine alla logica dei ready mades. Ha realizzato 38 esposizioni in tempo reale, sia nei luoghi istituzionali dell’arte che nel tessuto urbano. Ha sperimentato inoltre nel video ad web valorizzandone le possibilità d’interazione: ne è un esempio il progetto web Atelier d’artista del 1996 presentato alla Casa di Giorgione a Castelfranco Veneto e trasformato in CD-Rom. Tra le tante esposizioni, tre Biennali di Venezia (1972, 1980, 1993) con sale personali. Nel 2010 è invitato alla Biennale di Gwangju in Corea la più importante Biennale dell’estremo Oriente.
Franco Vaccari
- Si laurea in Fisica presso il Politecnico di Milano, dove, dal 2004, è docente di Arti visive nella Facoltà di Architettura. La sua prima produzione, dal 1965 al 1971, comprende numerose pubblicazioni di poesia visiva, tra cui Le tracce, poesia trovata (1966), documentazione fotografica sui graffiti, intesi come espressione immediata di desideri e di rivolta. Dalla fine degli anni ’60 Vaccari fa della fotografia lo strumento pratico e teorico della sua ricerca che si colloca in un “realismo concettuale”. Nelle sue esposizioni/azioni, che definisce Esposizioni in tempo reale, l’artista pone in atto un rituale espositivo del tutto nuovo, progettando un’opera allo stato potenziale in cui il coinvolgimento dei fruitori contribuisce a determinarne il significato dell’oggetto artistico. Nell’azione/evento Esposizione in tempo reale n. 4 - Lascia una traccia fotografica del tuo passaggio, alla Biennale di Venezia del 1972, Vaccari sperimenta una formula che definisce inconscio tecnologico, spostando l’accento sulla macchina a cui attribuisce un’obiettività indipendente dalla volontà dell’autore: in tal modo si accresce l’effetto realtà e la fotografia si configura come «frammento di un’esperienza», «traccia di un accadimento». Alla pratica artistica l’autore ha sempre accompagnato la riflessione teorica, pubblicando, fra l’altro, Duchamp e l’occultamento del lavoro (1978) e Fotografia e inconscio tecnologico (1979). La sua poetica prosegue tra Comportamento e Narrative Art, con uno uso minimale della fotografia, affine alla logica dei ready mades. Ha realizzato 38 esposizioni in tempo reale, sia nei luoghi istituzionali dell’arte che nel tessuto urbano. Ha sperimentato inoltre nel video ad web valorizzandone le possibilità d’interazione: ne è un esempio il progetto web Atelier d’artista del 1996 presentato alla Casa di Giorgione a Castelfranco Veneto e trasformato in CD-Rom. Tra le tante esposizioni, tre Biennali di Venezia (1972, 1980, 1993) con sale personali. Nel 2010 è invitato alla Biennale di Gwangju in Corea la più importante Biennale dell’estremo Oriente.