Autori
Betty Danon
- Figura fra le più rappresentative della ricerca verbo visuale in Italia. Dal 1956 ha vissuto a Milano dove inizialmente si è occupata di design di gioielli. Dal 1969 avvia una sperimentazione ininterrotta che comprende pittura, grafica, poesia visiva, mail art, video e performance. Il suo «operato è basato su di una ricerca dinamica e dialettica in una dimensione interiore…» (Betty Danon 1975). Il vivo interesse per la simbologia junghiana e la dimensione zen la orientano verso il cerchio – yin e yang – e il quadrato – struttura – che in una progressiva essenzialità, diventano punto e linea, protagonisti di numerose opere fra cui il libro Punto linea (Edizioni della Quercia, Milano 1976) definito da Roland Barthes, nel 1976 «quelque chose de très beau, de parfait». Già dal ’75 registra sperimentazioni grafico-foniche elaborando un percorso operativo sul suono e la notazione musicale, liberamente interpretati in «partiture astratte» con cui l’artista intende concettualmente «catturare il suono nascosto delle cose». Nel 1978 si avvicina alla mail art stabilendo una fitta rete di contatti internazionali: significativo l’evento Io & gli altri (Milano Galleria Apollinaire, 1979), esposizione di oltre 200 interventi originali dei più autorevoli artisti italiani e stranieri dell’area verbo-visuale. Alla fine degli anni Settanta il bianco e nero si colora di arcobaleno, Raibowland «immenso ponte-pentagramma di aria, acqua e luce che raccoglie i ‘suoni di tutti’» (B.D.). Negli anni Ottanta abbandona i circuiti convenzionali dell’arte ma continua a intrattenere intensi contatti con realtà internazionali della poesia visiva e mail art e a procedere nella ricerca in cui introduce, fin dal 1989, l’uso del computer. Ha esposto in Italia e all’estero in mostre personali e rassegne tra cui due mostre speciali della Biennale di Venezia (1978, 1980). Sue opere sono presenti nelle collezioni permanenti di musei italiani e internazionali tra cui: MART, Rovereto; MoMA, New York; Archivi Sakner, Miami Beach.
Betty Danon
- Figura fra le più rappresentative della ricerca verbo visuale in Italia. Dal 1956 ha vissuto a Milano dove inizialmente si è occupata di design di gioielli. Dal 1969 avvia una sperimentazione ininterrotta che comprende pittura, grafica, poesia visiva, mail art, video e performance. Il suo «operato è basato su di una ricerca dinamica e dialettica in una dimensione interiore…» (Betty Danon 1975). Il vivo interesse per la simbologia junghiana e la dimensione zen la orientano verso il cerchio – yin e yang – e il quadrato – struttura – che in una progressiva essenzialità, diventano punto e linea, protagonisti di numerose opere fra cui il libro Punto linea (Edizioni della Quercia, Milano 1976) definito da Roland Barthes, nel 1976 «quelque chose de très beau, de parfait». Già dal ’75 registra sperimentazioni grafico-foniche elaborando un percorso operativo sul suono e la notazione musicale, liberamente interpretati in «partiture astratte» con cui l’artista intende concettualmente «catturare il suono nascosto delle cose». Nel 1978 si avvicina alla mail art stabilendo una fitta rete di contatti internazionali: significativo l’evento Io & gli altri (Milano Galleria Apollinaire, 1979), esposizione di oltre 200 interventi originali dei più autorevoli artisti italiani e stranieri dell’area verbo-visuale. Alla fine degli anni Settanta il bianco e nero si colora di arcobaleno, Raibowland «immenso ponte-pentagramma di aria, acqua e luce che raccoglie i ‘suoni di tutti’» (B.D.). Negli anni Ottanta abbandona i circuiti convenzionali dell’arte ma continua a intrattenere intensi contatti con realtà internazionali della poesia visiva e mail art e a procedere nella ricerca in cui introduce, fin dal 1989, l’uso del computer. Ha esposto in Italia e all’estero in mostre personali e rassegne tra cui due mostre speciali della Biennale di Venezia (1978, 1980). Sue opere sono presenti nelle collezioni permanenti di musei italiani e internazionali tra cui: MART, Rovereto; MoMA, New York; Archivi Sakner, Miami Beach.