Autori
Anna Torelli
- Si forma presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli dove è allieva di Emilio Notte. Anna Torelli ha alle spalle una lunga carriera artistica iniziata ai principi degli anni Sessanta, quando presenta i suoi lavori in varie rassegne artistiche ottenendo lusinghieri giudizi da parte di noti critici, tra i quali Alfredo Schettini. Il suo iter artistico parte da una pittura figurativa di matrice espressionista e passando per ricerche sia in ambito informale che neocostruttivista giunge a quello che Mirella Bentivoglio definisce «Suono Visivo». Nei primi anni Ottanta, infatti, Anna Torelli traduce la sua ricerca neocostruttivista dell’immagine in una scrittura paramusicale basata sull’utilizzo di una partitura di pentagrammi che si moltiplicano sullo spazio compositivo; pentagrammi privati della loro funzione di trascrizione sonora a scapito di una geometria minimale, basata sul rettangolo ed il quadrato, che subentra alle tradizionali note. Prima opera compiuta di questo percorso è un libro con pagine ripiegate ed estensibili: Partitura (1983), opera che sarà esposta alla Biennale di Venezia del 1995; nel corso del tempo i pentagrammi sono ora tridimensionali (Lettura tattile) ora contestualizzati in un ambiente architettonico, oppure si manifestano sia sul marmo sia sul prospetto di un edificio storico o ancora su scritture prelevate da contesti letterari o epistolari. Silent music, ad esempio, è un’opera in cui una lettera antica ed un centrino sono divenuti supporti ideali della sua cifra distintiva.
Anna Torelli
- Si forma presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli dove è allieva di Emilio Notte. Anna Torelli ha alle spalle una lunga carriera artistica iniziata ai principi degli anni Sessanta, quando presenta i suoi lavori in varie rassegne artistiche ottenendo lusinghieri giudizi da parte di noti critici, tra i quali Alfredo Schettini. Il suo iter artistico parte da una pittura figurativa di matrice espressionista e passando per ricerche sia in ambito informale che neocostruttivista giunge a quello che Mirella Bentivoglio definisce «Suono Visivo». Nei primi anni Ottanta, infatti, Anna Torelli traduce la sua ricerca neocostruttivista dell’immagine in una scrittura paramusicale basata sull’utilizzo di una partitura di pentagrammi che si moltiplicano sullo spazio compositivo; pentagrammi privati della loro funzione di trascrizione sonora a scapito di una geometria minimale, basata sul rettangolo ed il quadrato, che subentra alle tradizionali note. Prima opera compiuta di questo percorso è un libro con pagine ripiegate ed estensibili: Partitura (1983), opera che sarà esposta alla Biennale di Venezia del 1995; nel corso del tempo i pentagrammi sono ora tridimensionali (Lettura tattile) ora contestualizzati in un ambiente architettonico, oppure si manifestano sia sul marmo sia sul prospetto di un edificio storico o ancora su scritture prelevate da contesti letterari o epistolari. Silent music, ad esempio, è un’opera in cui una lettera antica ed un centrino sono divenuti supporti ideali della sua cifra distintiva.